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Antropologia dei niveaux différents: il PD

di in comunali 2010, politica il 5 marzo 2010 alle 17:43
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«Le stiamo prendendo un po’ da destra, un po’ da sinistra. La sensazione è che tutti sappiano cosa deve fare il PD: da una parte è una cosa positiva, perchè vuol dire che in molti ci prendono in considerazione. Dall’altra è negativa perchè chi si impegna si sente sempre criticato». Chi è senza peccato scagli la prima penna: nel non vastissimo, ma molto variegato, universo internettiano valdostano (ma non solo) in molti hanno assunto posizioni critiche nei confronti dei Democratici, anche Vda Today.

A Sara Timpano e Emilio Zambon l’occasione di dire dove e perché questi sbagliano, o dove magari hanno ragione: insomma, l’occasione di delucidare su alcuni aspetti della linea politica del partito guidato da Raimondo Donzel.
Entrambi mariniani «ma siamo tutti del PD» nelle ultime primarie (quelle di Bersani segretario), sono stati eletti nell’assemblea regionale del partito. Così, tra picchetti ai mercati, volantinaggi serrati, anguriate democratiche, nuove e vecchie feste dell’Unità, anche loro, come quasi tutti i loro “colleghi” sentiti nei mesi scorsi, correranno in una lista alle prossime elezioni comunali. Timpano ad Aosta, Zambon a Gressan.

(Not so) Simple past
«Se uno vuole incidere nel PD prenda la tessera, prendere la tessera di un partito vuol dire responsabilità, prendere le decisioni insieme. È più facile fare il libero battitore»: Zambon critica i fuoriusciti dal Partito Democratico in questi ultimi due anni, e soprattutto chi è entrato nell’ALPE.

Serve un flashback. «Nel 2006 – spiega Zambon – con i DS abbiamo insistito per avere un nostro candidato alla camera nella lista Vallée d’Aoste (al senato l’UV candidò Augusto Rollandin, ndr) ma non ce l’hanno dato e abbiamo fatto un passo indietro». Dal passo indietro si è arrivati a sostenere Roberto Nicco e Carlo Perrin, del Galletto, poi affermatisi nella competizione elettorale.

Da lì alle primarie per la formazione del Pd, che avevano visto Donzel, sostenuto dalla maggioranza DS e da gran parte della Margherita – favorevoli all’alleanza autonomista e progressista – affermarsi su Enrico Bich, sostenuto dalla minoranza DS – filo UV. Poi si è arrivati alle nazionali e alle regionali del 2008, dove il PD ha riconfermato l’alleanza del 2006. E’ il risultato delle scorse regionali, secondo Timpano «innegabilmente una sconfitta, che ha dimostrato che a livello regionale non c’è possibilità di arrivare a governare con la sinistra», che ha fatto cambiare le carte in tavola.

Les niveaux différents
«E’ un problema che ci siamo già posti dal tempo dei DS - dice Zambon - quello di passare in minoranza nel comune di Aosta. La cosa non è mai stata portata a compimento e non ha ancora visto una soluzione». Da una parte, nel 2005 ad Aosta, l’elettorato degli allora DS ha scelto di votare in un contesto di maggioranza con l’UV, dall’altra, nel 2008 in Regione, l’elettorato PD ha scelto l’opposizione: «La politica reale ci ha messo di fronte a questa situazione complicata».

Sulla scelta di non passare in minoranza ad Aosta continua Timpano: «Se si fosse fatta una cosa del genere, il partito si sarebbe spaccato e avrebbe rinunciato a tutto quello che stava facendo, perchè al Comune ci hanno eletto per governare. E’ vero, la nostra è una soluzione complicata, che rende difficile una comunicazione semplice, lineare e lascia anche il fianco scoperto a chi ne vuole approfittare». Dall’altra parte, Zambon sull’opposizione costruttiva in Regione, dice: «La città di Aosta e la Regione sono legate piuttosto strettamente, l’opposizione che fai in consiglio regionale deve tenere conto che ad Aosta c’è una certa situazione. Non è che puoi andare contro la tua stessa amministrazione. Non è che puoi sparare a zero».

«Possono convivere i due livelli»: i due Democratici rivendicano conquiste in entrambi i fronti, soprattutto sulle politiche sociali ed ambientali. Quando malignamente si fa notare che se il PD non si è rotto da una parte, ha perso pezzi dall’altra, Zambon risponde: «Ci sono figure che sono andate via facendo rumore, ma ce ne sono tante altre nuove, magari non con nomi di spicco. L’assemblea regionale ha una buona dose di rinnovamento, c’è gente nuova».

I will Democrats
E alle prossime elezioni? Il PD attende l’Union: «Noi dobbiamo fare i conti con il passato, le alleanze le cerchiamo in base ai programmi e ad Aosta partiamo da una situazione di fatto: siamo in giunta con l’UV ed è il nostro partner ufficiale».
«Noi – continua Timpano – ad Aosta scegliamo l’Uv perchè abbiamo un percorso, abbiamo tanti anni di alleanza: non puoi buttare tutto così, senza un progetto alternativo».

Ovviamente c’è la consapevolezza che in avenue des Maquisards si potrebbe optare per il PdL, che imporrebbe il possibile progetto alternativo dell’ALPE: «Noi dall’ALPE non abbiamo ricevuto richieste ufficiali se non dalle dichiarazioni apparse sui giornali. Ma la politica non si fa così: ci sono delle commissioni politiche in ogni comune a cui rivolgersi. Adesso ALPE si è appena costituita, Elio Riccarand ha chiesto un incontro, finora non c’era stata una richiesta ufficiale. Noi le dichiarazioni sui giornali le prendiamo con le pinze», dice Zambon.

Su alcuni argomenti ci sono delle aderenze tra i due partiti di centro-sinistra, ad esempio sulla metropolitana nel capoluogo i due Democratici dicono «non siamo entusiasti, ma è ancora tutto da decidere». Sul progetto di pedonalizzazione dell’Arco d’Augusto: «Il progetto del ponte sul Buthier era giusto, poi è stato modificato, manca tutta la parte che andava fatta contestualmente, la riqualificazione di corso Ivrea e l’aggancio con regione Consolata. E’ chiaro che non andiamo particolarmente entusiasti del ponte così com’è».

Per certi versi, ALPE e PD sono concordi anche sull’ampliamento dell’ospedale, ma con delle obiezioni referendarie: «Bisogna aver rispetto del pronunciamento popolare - vinse la parte per il nuovo ospedale, ma non si raggiunse il quorum - non possiamo passare il tempo a cercare di convincere del contrario l’elettorato. È un risultato troppo fresco e c’è stata un’espressione netta. Di per sé non ci piace né per la qualità della vita di chi ci lavora, né del malato, però quando la gente si esprime in maniera democratica bisogna prenderne atto».

Anche il cityporto e la raccolta differenziata porta a porta (realizzate dalla maggioranza, ma apprezzate dall’opposizione) e la preferenza dello smaltimento a freddo dei rifiuti a discapito del pirogassificatore vede vicini il PD e l’ALPE. Zambon però avverte: «Su alcune questioni io mi trovo distante da Renouveau, l’ALPE stessa è un agglomerato di partiti che su molti punti secondo me sono distanti, bisogna vedere se si riesce a governare con loro, dobbiamo cercare un accordo di programma. Se non ci sarà un accordo di programma si va anche da soli, allo sbaraglio».

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  1. appena uscito e già puntualizzo, scusate :)
    intendevo che dopo le ultime regionali sembra impossibile arrivare a conquistare il governo della regione con una sola alleanza delle forze di centro sinistra. Altra cosa con un sistema elettorale diverso dove non serve la maggioranza assoluta dei voti, come ad esempio per l’elezione dei due parlamentari in vda.

  2. insomma, ‘sto benedetto PD decida una volta per tutte da che parte vuol stare, senza tante elucubrazioni mentali e giri di parole e non aspetti che sia l’UV a dargli un calcio nel sedere (cosa che non farà mai). Se volete l’UV, come state facendo nei vari comuni, ditelo chiaramente e appoggiate l’attuale maggioranza in regione. Non c’è nulla di peggio di questo comportamento ambiguo, bifido e bivalente e non c’è nessuna giustificazione che tenga.

  3. E qualcuno nel Pd pensera’ che si tratti di un pesce d’aprile…

  4. [...] > Antropologia dei niveaux différents: il PD – Sara Timpano ed Emilio Zambon intervistati … [...]

  5. @ bruno – sto seguendo l’andamento delle trattative in “vari comuni” e ti posso assicurare che succedono “cose strane” da tutte le parti …

    @ EnrMar – non ho capito bene, ma credo tu ti riferisca al “verdetto” che si vocifera con insistenza per il primo di aprile, vedremo, in ogni caso siamo pronti con le contromisure.

  6. A smentire le parole di bruno, sempre acidamente rivolte al Pd ci penserà, come dice bene emilio,la presentazione delle liste. Qualcuno si vergognerà di avere sostenuto certe stronzate.