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Il PD a caccia del nemico rosso: scatta il piano McCarthy

di in comunali 2010, politica il 22 gennaio 2010 alle 11:42
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Il Partito Democratico della Valle d’Aosta ritiene inaccettabili e ingiustificabili gli attacchi da parte di Verdi, Rifondazione Comunista e Vallée d’Aoste Vive contro la giunta Grimod. La sinistra radicale sta tenendo ad Aosta lo stesso comportamento che aveva verso il secondo governo Prodi“.
In un breve comunicato, diramato giovedì 21 gennaio e pubblicato poi sul sito del Partito Democratico della Valle d’Aosta, si può evincere quale sarà la linea politica dello schieramento di Raimondo Donzel per le prossime elezioni comunali di Aosta.

Le immagini evocate sono poche, ma comunque molto suggestive: il PD se la prende con Aosta Viva, rea di aver fatto opposizione per cinque anni alla giunta guidata da Guido Grimod ad Aosta, e di cui il PD fa parte.
Ma sono i paragoni storici e le attribuzioni politiche che fanno sognare.

Subito nel titolo, la denominazione di “sinistra radicale”, ripetuta ben tre volte in otto righe, nella quale viene inserita di diritto la formazione di Vallée d’Aoste Vive, partito capeggiato da Guido Dondeynaz e Roberto Louvin, e formato da noti bolscevichi. Ma è sul versante storico che arriva il meglio. La giunta Grimod viene paragonata al secondo governo Prodi: chiudete per un attimo gli occhi e fatevi avvolgere da questa potente visione. Bene.

Revisionismo craxiano in salsa rossonera
Il Soviet (almeno per un terzo, via) di Aosta Viva sarebbe dunque colpevole di avere, nei confronti della maggioranza di centrosinistra, di cui la sinistra non fa parte, lo stesso identico atteggiamento che la sinistra radicale ha avuto nei confronti del secondo governo del professore bolognese. Di cui la sinistra faceva parte. Certo, quel governo cadde per la defezione dell’Udeur di Clemente Mastella (ora al parlamento europeo con il Pdl), ma poco importa.

Il PD mette quindi le mani avanti: se l’Union Valdôtaine andrà a destra, si sappia da subito di chi è la colpa. Certo, è il Nemico Rosso, sempre in agguato. La moda della settimana, il revisionismo storico (in questo caso addirittura preventivo), è arrivata anche in Valle.

Dietro il sogno, la realtà
Nonostante sia oggi molto accreditata la possibilità che UV, Stella Alpina e Fédération Autonomiste si alleino con il PdL, rimane una concreta possibilità che gli autonomisti si presentino in prima battuta da soli al voto per il comune di Aosta. Questa opzione darebbe al Leone alcuni vantaggi: il primo sarebbe quello di testare in maniera indipendente le proprie forze nel capoluogo, ma soprattutto l’UV otterrebbe, ventilando la possibilità di un’alleanza in seconda battuta, una campagna elettorale morbida da parte di PD e PdL. Il lungo corteggiamento, almeno dalla parte sinistra, sembra già cominciato: le battaglie sui programmi, per ora, restano al palo.

PS
Joseph McCarthy.

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  1. Da Palermo ad Aosta… Il PD dimostra di aver abbandonato l’idea di fare opposizione. Mi chiedo come si possa chiamare “Sinistra” una forza che cerca pietosamente in tutta Italia (Piemonte, Veneto, Puglia… Valle d’Aosta) l’appoggio delle forze conservatrici di centro. L’idea dell’internità alle forze dominanti come l’UV dimostra subalternità culturale e assenza di un progetto alternativo ed innovativo.

  2. da Palermo ad Aosta… tutti i Partiti, Movimenti,ecc. si scaldano per l’occupazione delle laute poltrone. Finiamo una buona volta questa commedia che tira in ballo rossi, neri, verdi, ecc. che nulla hanno a che vedere con le necessità e problemi della gente.
    Ci prendono in giro e quel che è peggio ce ne accorgiamo e stiamo zitti… come e quando finirà questa commedia ?

  3. Questa commedia finirà quando la gente capirà che per risolvere i problemi è necessario organizzarsi. Perchè l’organizzazione è l’unico metodo per un’azione continuativa, duratura, programmatica. Che poi questa organizzazione si chiami partito, movimento, comitato ecc.ecc. ha poca importanza. E non organizzarsi sulla base di rivendicazioni minime, isolate, di stampo amministrativo e tecnico.
    Occorre capire che sono proprio le idee politiche che direzionano le azioni di un’organizzazione, delineando un’idea organica di quello che si vorrebbe fosse la società.
    Questo lo dico per tentare di sfatare la tentazione a-politica ed individualista che oltre a non portare a nulla (di solito i partiti ni à droite ni à gauche utilizzano questa retorica per fare affari in par condicio) non permette un’adeguata presa di coscienza, impedendo di comprendere gli interessi particolari celati dietro ad alcune forze politiche.

  4. Così anche il nostro Matteo, quasi amico di casa in VdA Today, ha voluto ad ogni costo pontificare sulla politica e sulle difficoltà che dice lui: “pietosamente” incontra il PD in tutta Italia appoggiando forze di centro. Il tutto secondo Matteo sarebbe risolto dalla lotta dura e senza quartiere che il PD e solo il PD deve tenere in campo politico. Naturalmente senza dimostrare subalternità, senza tentennamenti. E magari avendo anche contro quella sinistra che io penso tu voglia interpretare. E bravo! Cioè ci si dovrebbe comportare come la sinistra radicale, autosuicidatasi con l’uscita dal governo Prodi (vedi Ferrero, Diliberto, Rizzo Turigliatto…). Ora se due più due deve fare quattro, io chiedo: “Matteo cosa hai ottenuto con questo comportamento oltranzista? Di essere fuori ovunque e comunque, senza la capacità numerica di sostenere lotte sacrosante e con la totale assenza di probabilità di trattativa. Qualunque sia la richiesta che la gente ti possa fare. Senza numeri,senza truppe sei nessuno caro mio.

    Non contento di avere scritto questa stranezza, ce l’hai voluta spiegare nel successivo messaggio in maniera ancor più farraginosa. Io penso che tu ti sia incamminato su un sentiero di difficile comprensione… altrui. Alla faccia di quello che andate predicando, come la chiarezza, la semplicità, un’organizzazione nuova(?). E quando mai la gente finalmente capirà? Ma di grazia capire cosa? Tu ci hai fatto imbattere in un tuo sermone in cui pur essendo presenti tutte le sue parti tradizionali, che sono, salvo errore, nove: l’articolo, il nome, l’aggettivo, il pronome, il verbo, l’avverbio, la preposizione, la congiunzione e l’interiezione, una cosa desolantemente vi manca: una idea. Vedete di evitare il vuoto pneumatico, e non considerate il pensiero come una prerogativa disdicevole. Non siate come quegli assessori che a volte gli capita di aprire la porta del loro ufficio avvertendo: «Non ci sono per nessuno», e gli uscieri, inchinandosi, gli rispondono immediatamente: «Lo sapevamo signor assessore».

  5. Caro Bruscia, anche tu sei un “amico di casa” di Vda Today, c’è spazio per tutti.

  6. Guarda, Piccinno pensavo ad un altro caso Patuasia, sai quegli snob di angeli sterminatori? Pensavo anche qui ad un altro rimbrotto e ad un’altra minaccia di censura. Mi devo ricredere e ti ringrazio. Sono andato a cercare poi chi potrebbero essere questi angeli “sterminatori” e mi sono imbattuto in questo:
    “Titolo originale del Film: Les anges exterminateurs”
    Regia:Jean-Claude Brisseau
    Trama: Un regista cerca delle interpreti per girare un film che tratta dei piaceri e dei tabù sessuali delle donne. Quando si presentano tre candidate interessate al ruolo, il regista chiede loro, come provino, di spogliarsi, masturbarsi o fare l’amore fra di loro…

    In effetti, e questo particolare mi è saltato subito all’occhio… fanno tutto fra di loro, come il boia e l’impiccato, come la corda e il sapone, come il pubblico ministero e l’avvocato difensore. Insomma una indescribile commistione di ruoli che tuttavia converge su un solo punto comune: “La censura preventiva o comportamenti condizionati per gli interlocutori indesiderati, pena lo sberleffo di turno”. Patuasia per me è una strana creatura che vive e si riproduce all’interno di uno strano fenomeno internettiano di partenogenesi “obbligatoria”.

  7. Non ho idea se la citazione degli “angeli sterminatori” sia quella che indichi. In ogni caso questi giudizi, che come puoi immaginare bene non condivido, dovresti girarli al blog interessato.

    Sul “fare tutto tra di loro” e “commistione di ruoli”, mi vengono in mente tanti esempi, vicini e lontani, ben più illustri.

  8. Un commento riguardo alla questione Prodi: beh, se rimanere nel governo Prodi significava essere complici dei bombardamenti su Belgrado e della spedizione in Albania… No grazie!
    Ci rendiamo conto delle colpe di cui siamo accusati?
    Non aver accettato una politica del “fine che giustifica i mezzi”, una realpolitik colpevole di morti e distruzione, ci rende infami traditori. Bella roba. Viva il partito dei valori e delle idee!
    Proprio a questo proposito, le idee… Il PD ha avviato una campagna per le regionali basata sulle alleanze, sulla tattica, sulla strategia (altro che programmi!). Di idee non ne ho viste, sinceramente, se non quella desueta di “collaborare” col potere (ricordiamo tutti la bicamerale) per tentare di strappare qualche riforma.

    Detto questo, credo che il dente avvelenato del signor Bruscia riveli una scarsa disposizione al confronto. Me ne dispiaccio, non avendo nessuna volontà di monopolizzarre Vda Today ma essendo solo interessato alla critica (anche dura, che male c’è?), all’informazione e al dialogo.

  9. Per dovere di correttezza storica, sia la missione NATO sulla Serbia, sia la missione dell’ONU in Kosovo sono state approvate e finanziate sotto il governo D’Alema. Prego però, come ha già fatto Matteo nella seconda parte del suo commento, di tornare in tema

    Saluti

  10. La mia scarsa disposizione al confronto, detta da Matteo, è assolutamente un falso clamoroso. Questo è un forum di discussione politica, ovvero di confronto di idee, progetti, proposte concrete, e per qualcuno anche di sogni. Ma sinceramente tranne per Lorenzo Piccinno e Alessandro Mano che non si nascondono dietro ad un paravento di fantasia, io credo di essere l’unica persona in trasferta, che non conosce il suo interlocutore. Alla faccia della non predisposizione al dialogo. Sono qui solo e a giocare fuori casa.

    Egregio Matteo, il confronto significa raffronto, comparazione ovvero paragonare due o più elementi fra loro. Ciascuno di noi ha i propri punti fermi, i propri dubbi, i punti su cui è disposto a fare compromessi. Esporre le nostre idee e confrontarle con quelle degli altri significa innanzitutto mettersi in discussione. Chiunque può contestare il mio pensiero per il semplice fatto che lo espongo, presentando la mia faccia, non come fai tu che continui a fare girare un disco in vinile dove ad un certo punto la testina salta il solco e la voce momotona ripete infinite volte a pappagallo lo stesso concetto.

    Confrontare in maniera anche aspra opinioni diverse è l’ABC della democrazia. Tu puoi continuare a scriverere all’infinito le tue idee, ma fino a quando non avrai il coraggio di scrivere anche altri concetti o punti su cui sei disposto anche a compromessi ragionevoli, sottoponendoti ad un giudizio esterno, per me resterai inascoltato. Poichè è inutile confrontarsi con chi non ci sente (il finto sordo vince sempre), ti chiedo di cambiare atteggiamento e di non offendere l’altrui intelligenza. Nella vita reale conosco molte persone orgogliose della propria sordità, ma io le evito, non posso continuare a parlare a vuoto.

  11. Ma di cosa stiamo a discutere? A me sembra abbastanza evidente che il PD si sposti sempre più al centro svendendo sui contenuti per cercare di cambiare le cose. Il problema è che spostandosi sempre più al centro non si è accorto che non acquistava nuovo elettorato bensì lo deturpava dalla coscienza politica originaria. Così se fino a 20 anni fa in Italia un italiano su quattro credeva ancora che il capitalismo non fosse il miglior sistema economico possibile oggi sono rimasti in pochissimi a crederlo. Nonostante dati, teorie e qualsiasi cosa vogliate alla mano.
    Continuate a spostarvi al centro. Distruggete la vera sinistra, che cerca davvero di stare dalla parte di tutti gli oppressi, e avete pure il coraggio di rivendicare con astuzia le vostre mosse. La verità l’ha detta Grillo: dopo Berlinguer c’è stato il vuoto. PDS, DS e PD siete tutte macchiette che han fatto più danni che altro. E non dimentichiamo che se Berlusconi sta ancora lì è solo per colpa vostra.

  12. Apro con una battuta di Matteo, che sopra diceva: “credo che il dente avvelenato del signor Bruscia riveli una scarsa disposizione al confronto”. Me ne dispiaccio, caro Matteo e me ne dispiaccio anche per Alessandro. La continua propensione a parlare con il voi generalizzando e indicando tutto ciò di cui si discute, come un ammasso informe di colpe, di insulti, di sbagli, naturalmente da addebitare ad un unico soggetto politico, credo che faccia giustizia del fatto che non sono io ad avere il dente avvelenato o di avere scarsa propensione al dialogo.

    Piuttosto cosa stai cercando di scrivere Alessandro, cosa vuoi ancora addebitarci che non siano le solite banalità come quella del tipo che noi stiamo coltivando il capitalismo. Bene caro Alessandro la trasformazione della critica in un’azione concreta è un passaggio delicato, assai difficile da gestire, perché bisogna essere sì preparati, ma bisogna anche essere in tanti. Perché con nessuno dietro le spalle è difficile fare anche solo una protesta. Se non si costruisce nulla, se non si riesce a fare confluire le proprie forze con coloro che non saranno di sinistra radicale, ma sono di sinistra riformista come lo siamo noi del Pd, allora non si riuscirà mai a passare dalle parole ai fatti.

    Ora vorrei riportare a mò di riflessione una frase di un certo Antonio Gramsci che nei quaderni scriveva: “Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza, agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo, organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza”.

    Se oggi si aprisse un giornale e si leggessero queste frasi:
    1) Espace deserto
    2) Flop della protesta.
    3) In 12 all’incontro per protestare contro i 45.000€ impegnati dalla Regione
    4) E’ rimasta impigliata nella rete la protesta contro lo sbarco dei “famosi”…
    …io credo che non ci facciamo una bella figura tutti noi che potremmo convergere su certi ideali. E credo anche che se continuiamo così ci giochiamo tutta la restante credibilità che c’è rimasta a disposizione, bruciando così gli ideali delle giovani generazioni, illudendole. Capisco che il linguaggio istrionico di Grillo possa averti colpito, ma non lasciarti trascinare da questa terminologia da guitto. Capisco anche che le cose che dice possano avere anche un fondo di verità, ma non si può fare di tutta un’erba un fascio. “La verità passa per tre gradini: prima viene derisa e ridicolizzata, poi viene ferocemente contrastata, infine viene accettata come palese Ovvietà”. Non lo dico io, ma un altro personaggio penso famoso, certo Arthur Schopenhauer.

  13. caro Giorgio puoi fare tutte le citazioni che vuoi, puoi rinfacciarmi il fallimento della riunione all’Espace ma non puoi cancellare un fatto: voi, non noi, siete fuori dalla storia. Vi siete riempiti la bocca di parole, avete svenduto i contenuti per andare al governo. Mi citi Gramsci ma voi avete smesso di studiare e analizzare il mondo ormai dai tempi di Berlinguer. Parlate di riformismo senza dire come e quali dovrebbero essere le riforme da fare. In definitiva io ho studiato e sono arrivato all’Ovvietà che voi siete un partito di vecchie di morti dentro, e come tali non andrete molto lontano. Siete la contraddizione continua: dite di stare con i lavoratori e fate gli interessi di Confindustria. Ci rinfacciate di fare i duri e i puri poi siete i primi a spaccare l’alleanza di centro-sinistra. Sparate quasi più boiate di Berlusconi, con il quale peraltro siete presto pronti a fare accordi sottobanco. La bicamerale non me la scordo, nè tantomeno i fogliettini di Latorre.
    Preferisco continuare a subire mille sconfitte restando fedele ai miei ideali piuttosto che finire un giorno come voi tristissimi piddini, capaci solo di elemosinare un posticino dall’union.
    Siete la vera tragedia dell’Italia, voi tutti che avete decretato a suo tempo la scomparsa del PCI, con tutti i vostri diversi motivi di contorno. Fate un fischio quando pensate di tornare a fare Politica con la p maiuscola, fino ad allora statevene pure con l’udc o l’union, avremo meno imbarazzi.

  14. Capisco la passione, anche se non credo che questo scambio di commenti porti a granchè in termini di dialettica.

    In ogni caso, vi chiedo di non lasciarvi prendere troppo dalla concitazione e di tenere i toni un pelino più bassi.

  15. Se la vera tragedia dell’Italia è l’aver decretato a suo tempo la scomparsa del PCI, vuol dire che tu vivi in un mondo tutto tuo, strabico asettico e assolutamente in via di disfacimento. Tu scambi la realtà della disfatta “comunista” con artifici parolai. Tu sai che quei valori e quelle ideologie oggi non sono più accettabili da popolazioni libere seppur oppresse dal capitalismo.

    A tutto questo ha fatto da contorno storico la repressione tragica della popolazione nei paesi del blocco orientale, la caduta del muro di Berlino, il disfacimento e il fallimento dell’Urss. In tutte le lotte di liberazione e nelle resistenze, insieme a nobili e gloriose pagine di storia ne vengono inevitabilmente scritte altre brutte e non giustificabili. Certo ogni atto e ogni gesto deve essere sempre inquadrato nel contesto storico in cui è avvenuto per essere capito. Ma non voler capire non significa giustificare le proprie manchevolezze. Negare ad ogni costo, non condannare e addirittura giustificare certi fatti storici come quelli dell’Ungheria, della Cecoslovaccia, della Polonia, della Ddr ecc. significa rinnegare i valori di giustizia, di libertà e di pace in cui crediamo e per difendere i quali sono morti migliaia di compagni nella Resistenza e nella lotta di Liberazione.

    Esattamente come voleva Gramsci, non come ha voluto un comunismo internazionale privato di questi valori. E’ proprio per la coerenza nei valori in cui credo che condivido parola per parola le dichiarazioni del PD attuale in cerca oggi di una governabilità perduta dalla sinistra. Guardiamo e annotiamo: “Quanti morti per il profitto ha fatto il capitalismo?” Ha affamato interi continenti, con il colonialismo ha ridotto alla fame e quindi alla morte milioni e milioni di persone, ha prodotto con le guerre milioni e milioni di morti, con il razzaismo e per il razzismo ha uccisio intere popolazioni. Non scherzare…io so fare un bilancio tra il comunismo e il capitalismo e che per me è 1 a 1000, ma il grave è che il capitalismo continua ancora in questa strada grazie anche ai tuoi sproloqui che spaventano quelle persone un pò più moderate, che sarebbero pronte a darci fiducia e a farci governare il Paese.

  16. si vabbè, se adesso pure voi quando si parla di PCI iniziate a tirar fuori l’unione sovietica prendo atto che non si può conversare in maniera sensata e saluto.
    Scusandomi con Lorenzo se siamo andati un pò troppo fuori tema o se si sono alzati troppo i toni.

  17. Sì l’ho scritto. Tu hai alzato troppo i toni e avendo riconosciuto questa tua difficoltà di raffrontarti con il sottoscritto, invece di scusarti con Lorenzo avresti fatto bene a farlo anche con il sottoscritto. E’ chiaro che le mie risposte sono adeguate a quelle che ho ricevuto. Tra l’altro se permetti con toni, i miei, molto più moderati. Se vuoi caro Alessandro, senza suonare sempre le campane con le solite frasi fatte e abbondare con la terminologia obsoleta della vecchia ideologia comunista (da cui ne sono uscito), sono a tua disposizione per un colloquio più costruttivo.

  18. lettera aperta ad Alessandro.
    Confesso che ora non ho più nostalgia per le ideologie, pur avendole praticate ed averci creduto. Forse proprio per questo. Non credo che siano morte perché chi le aveva accese nel frattempo é invecchiato e ha perso l’entusiasmo dei suoi vent’anni. Secondo me sono agonizzanti o stanno morendo perché non hanno retto alla prova dei fatti e dunque molte si sono dimostrate fallaci e non più credibili. Quei nostri vent’anni non contenevano più verità dei nostri attuali quaranta, o sessanta, o…

    Le ideologie sono appartenute al nostro spirito libero, alla nostra gioventù. Una gioventù che si era ribellata di fronte agli schemi superati e ai diritti ancora negati. Insomma una forza della natura che non faceva caso alle conoscenze, poche e deficitarie e all’esperienza che ancora dovevamo acquisire. Le forze nobili dunque erano quelle che erano, ma la presunzione é stata almeno pari alla freschezza del nostro pensiero.

    Oggi non è più un pregio credere a babbo natale, o un merito credere alla congiura dei cattivi contro la felicità del popolo e dunque alla rivoluzione. I termini sono cambiati. I valori, l’etica dobbiamo rapportarli alla realtà quotidiana che – onestamente parlando – è assai cambiata dal secolo scorso. Così mi rimane difficile scegliere Charles Darwin o Karl Marx, tra chi dei due sia stato più utile all’umanità. Certo che le passioni e gli entusiasmi giovanili si sono diretti giustamente sul filosofo economista e rivoluzionario tedesco piuttosto che sul suo quasi contemporaneo biologo, zoologo inglese. Ma oramai come ho cercato di dire sono diventato scettico e ho perso un pò di quella grande stima che avevo negli entusiasmi giovanili.

  19. La sua analisi, Bruscia, porta a dire che il PD è un partito di vecchi. Spero per il PD che non sia così.

    Saluti

  20. La mia analisi porta a dire solo una cosa: essa è la mia e basta. Il significato a cui lei allude e ironicamente le fa dire che il PD è il partito dei vecchi o dei pensionati è una forzatura che non può e non deve fare torto nemmeno alla sua intelligenza. E chi lo sa, e se poi così fosse? Veda Alessandro Mano, io sono io e la mia esperienza di vita non può essere comune o condivisa con nessun altro. Del resto, lei ha mai provato ad identificare chi in questi tragici momenti di crisi sta sostenendo con le loro “spalle a coppo” i famosi “bamboccioni”, o aiutando gli “pseudofannulloni” di Brunetta ad arrivare a fine mese o adirittura sorreggendo il Welfare statale (… per via dei famosi evasori fiscali che non pagano una lira di tasse) con le detrazioni alla fonte? Che il vecchio, cui spregiativamente fa riferimento non sia sempre latore di cose sorpassate, obsolete e inutili è ormai chiaro a tutti, questa non è più la verità rivelata. Posso in questo caso tirare in ballo la saggezza, l’esperienza e la generosità?

    Se io parlavo di fatti di Ungheria, Cecoslovacchia, muro di Berlino, e quant’altro l’ho fatto per un ben preciso motivo. Non per sentirmi dire che sono vecchio (non mi crea problemi…), ma per ricordare anche ai giovani del Partito Democratico (… ce ne sono veramente tanti) e tutti indistintamente, che non si deve persistere nell’errore ideologico del centralismo democratico, ma creare i presupposti affinchè le giovani generazioni siano già preparate a fare un percorso già ripulito dalle vecchie scorie e che a quanto pare Alberto continua ignaro a consumare…

    “Istruitevi perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza, agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo, organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza”

    Antonio Gramsci

  21. Guardi, per me, prima che parlasse dei tempi andati e della gioventù, lei poteva benissimo avere 30 anni. Non la conosco e non sono mai andato a cercare in giro chi lei sia.

    Io credo non ci siano distinzioni tra “giovane” e “vecchio”, ma tra “passato” e “presente” (se vuole esagerare, anche “futuro”). La sinistra non dovrebbe star lì a rivangare falci, martelli o cortine di ferro, dovrebbe pensare a difendere i più deboli. Così come la destra non dovrebbe rinvigorire il mito del duce e dei suoi treni puntuali, ma battagliare per una nazione sempre più sfilacciata e individualista.
    Spesso non lo fa, né una né l’altra parte, e quindi la critica è inevitabile.

    Altra cosa: io spesso sintetizzo, altre volte banalizzo: vorrei che i commenti di VdA Today fossero meno lunghi, meno ideologizzati, meno “contro”. Ci si confronta sulle idee, ma se queste non ci sono – o se ci sono vengono esposte sbrodolandole in paginate di Cecoslovacchia e Karl Marx – beh, il confronto non potrà mai essere interessante.

    Saluti

  22. Alessandro Mano, continui pure a banalizzare.
    Saluti