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1000 piazze PD, Donzel rilancia: «Non lasciamo il governo di Aosta e Regione alla destra»

di in gazebo, politica il 12 dicembre 2009 alle 18:51
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Il gazebo del PD per l'iniziativa "1000 piazze per l'alternativa" (foto AM)«Il PD è un grande partito, e non va al traino di nessuno»: Raimondo Donzel risponde indirettamente alla critiche per la mancata partecipazione al congresso dei Verdi valdostani, che si è tenuto sabato 12 dicembre all’Espace Populaire. «Rivendichiamo con orgoglio di essere il primo partito di sinistra ad Aosta – continua il segretario regionale – sommando più voti di Renouveau e VdA Vive».

«Siamo disposti a dialogare con tutti, ma non possiamo farci dettare la linea politica da Legambiente o dalla sinistra radicale». Donzel prende a riferimento i numeri delle ultime elezioni regionali per dimostrare la forza che il suo partito esprime in città: «Verso Aosta si concentrano le attenzioni di tutti per quanto riguarda le alleanze. Noi però guardiamo all’intera Regione, al nostro radicamente sul territorio e alla politica nazionale».

I rapporti con gli autonomisti
Come risponde Donzel alla critiche di chi accusa il PD di voler affossare l’alleanza del Galletto? Ribadendo un cavallo di battaglia: «Noi siamo forza di governo, e vogliamo a tutti i costi che la città di Aosta e la Regione non finiscano in mano ad una destra affarista. Non ci stiamo con chi vede dietro all’Union solo clientelismo, dietro a Stella Alpina degli opportunisti e dietro a Fédération dei farabutti. Per questo dialoghiamo anche con questi movimenti, proprio perché vorremmo evitare di consegnare per 20 o 30 anni le amministrazioni comunale e regionale in mano alla destra. A questa destra». Il Donzel-pensiero? E’ il Galletto a scaricare il PD, e non viceversa.
A presentazione dell’iniziativa “1000 piazze per l’alternativa“, il segretario PD aveva ammonito: «Le iniziative sbagliate di questo governo iniziano ad avere ripercussioni anche a livello locale. Ci sembra che stia fallendo su tutta la linea, e vogliamo che la popolazione lo capisca».

Convergenze divergenti a centro-sinistra?
Le 1000 piazze passano in secondo piano, per tornare alle questioni locali. Donzel entra nel merito della polemica con i Verdi e le altre forze dell’Alleanza Autonomista Progressista, dicendo che avrebbe «partecipato volentieri a questo congresso, ma i metodi sono sbagliati e le parole hanno un peso». Il segretario fa riferimento al fatto che Gianpaolo Fedi, coordinatore dei Verdi locali, convocando gli alleati abbia invitato le “forze che fanno parte del Galletto“, scrivendo le testuali parole nell’invito inviato a Vallée d’Aoste Vive, Renouveau Valdôtain, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori, Associazione Loris Fortuna e PD, oltre che su Informazione, il periodico dei Verdi. Ma il Partito Democratico dal 2008 non fa più parte del Galletto. Questioni di lana caprina sulla terminologia: «Ho agito in buona fede», si è giustificato Fedi – e anche il nome sembra dargli ragione – durante il congresso; «Se ha dovuto ribadire che era un semplice errore, evidentemente c’era qualcosa dietro», replica dubbioso Donzel.

Verso le amministrative
I democratici però non chiudono la porta ad eventuali alleanze per le comunali del maggio 2010: «Vorremmo però che venga valorizzato il nostro peso politico, e che si smetta di attaccare a spron battuto nostri esponenti, come Alder Tonino, perché il PD è ancora un grande partito, radicato sul territorio e con una grande forza elettorale».
«Il Galletto lavora da un anno ad un soggetto unitario, ma nemmeno VdA Vive e Renouveau sono ancora riusciti a fondersi, ed è paradossale che Legambiente organizzi un banchetto lo stesso giorno e alla stessa ora del congresso dei Verdi: con questa sinistra spezzettata non si andrà mai da nessuna parte».
Il PD è disposto ad aprire subito un confronto con le forze del centro-sinistra? «Certo, a patto però che a parlare siano due soggetti. Con la vecchia “Unione” non si può vincere e governare».

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  1. Qualcuno spieghi a Donzel che l’apertura a destra dell’Union non è IL problema, ma solo uno dei tanti. Non sarà certo il PdL a dare lezioni di affarismo ad un partito che proprio sull’affarismo e sul clientelismo ha costruito la sua egemonia.
    Il problema è proprio l’Union!
    Dal governo dell’Union ha origine il fatto che esiste un controllo fortissimo e discriminatorio sui dipendenti regionali, che ai referendum la gente va a votare col buio, che si chiude Psicologia perché gli studenti non sono dei potenziali elettori, che si cementifica e si spendono soldi in opere inutili…
    Certi politicismi del PD rivelano a mio parere l’assenza di un’idea alternativa e complessiva su come gestire la Valle d’Aosta, nonché una scarsa considerazione della morsa in cui è stata infilata la libertà in Valle. L’apertura al PdL è una mossa strategica, non un invasione di campo, il nuovo carro dei vincitori su cui salire per legittimarsi e continuare a governare indisturbati.
    Essere di sinistra da un pò di tempo a questa parte vuol dire necessariamente essere anti-unionista…

  2. E’ un dato di fatto che ci sono diversi modi di intendere e fare l’opposizione. E’ anche giusto dal momento che diverse sono le culture che si oppongono all’Union Valdôtaine. Io guardo con simpatia ad esempio l’opposizione spontanea che nasce anche dal popolo del web. Era l’ora che chi non fa politica militante facesse sentire la propria voce. Persone come te, Matteo, potrebbero rappresentare uno stimolo importante per tutta l’opposizione. A meno che non veniate soffocati nella culla da chi cerca di cavalcarvi e strumentalizzarvi. E qui in Valle personaggi di questa fattura ce ne sono, annidati e arroccati nei posti di rilievo mediatico – politico anche in luoghi impensabili della “vecchia” sinistra verde, radicale,a ntagonista e chi più ne ha più ne metta…

    Mi dispiace che tutta la galassia della sinistra radicale sia praticamente morta qui in Valle e che per avere un minimo di visibilità sia costretta a portare le proprie bandiere alle manifestazioni che organizzano gli altri, con piattaforme palesemente immature rispetto alla propria cultura ed esperienza politica.

    Sono invece contento che il più grande partito dell’opposizione, il PD, si mobiliti in proprio cercando di fare mille iniziative su tutto il territorio nazionale e regionale e, cosa ancora più importante, porti avanti un’azione unitaria tendente a dividere il centrodestra (niente a che fare con l’azione di IdV che lo compatta). Non facciamoci travolgere dal carro prima che esso si metta in movimento. Mettiamoci i bastoni tra le ruote, “insieme”! A questo ci hai mai pensato? O vuoi che l’UV governi ancora per altri cinquant’anni?

    Se tutte le opposizioni si muovessero, ciascuna secondo la propria cultura, forza e organizzazione, nella stessa direzione, contro lo stesso bersaglio, forse Rollandin e l’Uv avrebbero i giorni contati. Non ci vuole molto a capirlo. Alle manifestazioni si può aderire o meno, dipende dalla loro piattaforma politica. Ognuno è libero di organizzarle come e quando vuole e di aderire o meno a quelle degli altri. Non è questo il punto. Il fatto è che chi delegittima le forme di opposizione diverse dalla propria oggettivamente le depotenzia entrambe.

  3. qualcuno ricordi a Matteo che i massimi esponenti di VdAVive e RV erano esponenti di spicco anche nell’UV e per cui nel trattare con gli uni o con gli altri non vedo tutta questa differenza… io non dimentico e credo poco nel ravvedimento radicale delle persone… la cosa che potrebbe infastidirmi e preoccuparmi sarebbe averli nel mio stesso partito, per questo non sento tutta questa smania di un tutti assieme appassionatamente. e poi che gli altri facessero pure, nessuno ha mai tentato di impedirglielo, anzi personalmente apprezzo perchè sarà anche più facile confrontarsi, non capisco gran parte di queste polemiche se non per dare indirettamente forza alla parte avversa.

  4. Permettetemi una sintesi provocatoria dei tre commenti precedenti:
    tutti sbagliano, tranne i miei compagni

  5. non mi permetterei mai una tale presunzione… nessun partito è depositario di Perfezione, Virtù e Verità, ma non vedo nemmeno nell’anti-unionismo tout-court (da cui poi tanti di quelli che dovrebbero essere i nostri alleati provengono… io non credo alla favola di un’Union buona e di un’Union cattiva…) e nel tutti assieme appassionatamente dall’autonomismo all’anticapitalismo una soluzione credibile e praticabile… quando usciamo a volantinare scontiamo ancora oggi la delusione della gente per la caduta del Governo dell’Unione che andava da Mastella a Turigliatto, sono delusi perchè ci hanno dato la fiducia con il voto e si sono sentiti traditi con la caduta del Governo, dai Ministri in piazza a manifestare contro il loro stesso Governo e ci chiedono di chiudere con esperienze del genere… difficile pensare che qui andrebbe diversamente.
    con questo voglio dire che non è semplicemente mettendo insieme il 50%+1 degli elettori che sicuramente si fanno delle cose positive per il proprio paese e per i propri concittadini, anche perchè se queste cose non le fai, perdi la loro fiducia per tanto tempo lasciando il campo aperto ai tuoi avversari.

  6. Mi permetto un’intromissione anche se da molto lontano (Città del Capo, per la precisione). Per quel che riguarda il quadro politico sia a livello locale che nazionale ci sono molte similarità. Rollandin e Berlusconi due nomi giusto per chiarire il paragone. Purtroppo come opposizione i democratici restano un po’ ad annusare il vento, aspettando di trovare prima sé stessi e poi magari qualcuno da tirare dentro sperando di non perdere la propria (ancora poco conosciuta) identità. E questo lo dice uno che dal mese di giugno sta cercando di prendere la tessera del PD e magari aprire il primo circolo qui in Sudafrica. Aspetta e spera…

    Quello che appare della politica è che tutti e uso il tutti con cognizione, hanno troppa paura di perdere il po’ di potere che i loro rispettivi elettori hanno dato loro. Vi prego, correggetemi se potete ma io non vedo nessuno che realmente voglia mettersi in gioco, rischiando di perdere tutto in nome di quello in cui dice di credere. E punto il dito al PD perché voglio continuare a votarlo, ma il concetto a me sembra valere per tutti i partiti, in Valle come in Parlamento…

  7. La pretesa grande e naturalmente anche “nuova” idea del PD della VdA secondo cui sarebbe la condivisione del programma a determinare le alleanze, è pane per i miei denti. Quando ho avuto modo di stare nelle aule consiliari è la questione che più mi ha appassionato. E quando ne sono uscito è stato il principale tema del mio lavoro politico.
    Ciò detto, non sarebbe il caso di valutare quanto fatto nel corso della legislatura che sta per chiudersi ad Aosta? E ancora, ma in modo un po’ provocatorio, qualcuno si è accorto in questi 5 anni che alla carica di assessore all’urbanistica non siede più Cossard?

  8. scusate ma visto che ormai il PD è il partito più democratico e aperto del mondo perchè Donzel non prepara delle belle primarie per decidere con chi deve allearsi il suo partito per le comunali? Potrebbe essere una cosa carina scoprire che il suo elettorato magari l’Union non la vuole manco vedere…

  9. Nelle democrazie moderne la democrazia diretta è stata largamente abbandonata in favore di varie forme di democrazia rappresentativa, per cui si è posto il problema di come eleggere, di come scegliere i rappresentanti. La democrazia referendaria potrebbe essere una forma di compromesso tra democrazia diretta e democrazia rappresentativa, ma dico anche che l’uso frequente dei referendum svilisce la nobiltà della politica rappresentativa che non può essere lasciata interamente nelle mani degli “eletti”. Come altrettanto non aveva fatto gridare allo scandalo chi riteneva che dovevano essere i partiti politici a indicare la rosa dei candidati alle elezioni.

    Uno degli errori della partitocrazia è consistito nel fatto che i partiti stessi controllavano l’esecuzione dei loro programmi, controllando strettamente il loro gruppo e sottraendo agli elettori tale funzione. Mi sembra che in Italia e in Valle d’Aosta questo criterio sia di ben lunga la soluzione più adottata dai partiti al governo e da quei partiti che rappresentano le “ali” estreme. Potrebbe sembrare meglio sostenere che non importa come vengono scelti i capi, o i rappresentanti, purché possano sempre essere cambiati se non danno buona prova di sé.

    E visto che Raimondo Donzel ad oggi, non è imputabile per avere agito male, non capisco perchè nel PD ci si debba porre un altro problema e si debbano fare delle primarie anche per scegliere una linea politica o la rotta da mantenere. In ultima analisi dare libera scelta ai cittadini di scegliere anche le alleanze, mi sembra eccessivo e squalificante per il segretario, visto che la fiducia concessagli è stata tale per libera scelta, avendo prevalso ed essendo stato eletto alle primarie dopo avere presentato ed esposto i suoi programmi atti a gestire il partito. Pertanto poiché è possibile sostituire prontamente chi ha agito male, se lo si volesse allontanare dalla carica di segretario o da qualunque altra carica, lo si può fare attraverso un voto di sfiducia portato dagli organi eletti democraticamente.

    L’Assemblea Costituente del PD, partito aperto e democratico specifica che tutti i cittadini sono eleggibili a qualunque carica nel partito, e non indica criteri di scelta dei “migliori”. Chi prevale è quella persona che è stata semplicemente eletta dai cittadini con criteri squisitamente democratici della libere elezioni interne e allargate. Criteri questi, che quasi tutti i partiti che operano in Valle d’Aosta e che sono maggiormente critici con il PD, non conoscono nè praticano

  10. Il riferimento di Fedi era al Galletto che ha eletto due volte Roberto Nicco alla Camera dei deputati, offende anche solo ricordare la partecipazione ad uno schieramento di opposizione?

  11. mi fa ridere quando giorgio.b fa i suoi sproloqui in cui parla della “nobiltà della politica rappresentativa” (la democrazia rappresentativa non è nobile, è soltanto una necessità storica per mantenere un principio di democraticità indiretta; in sé però non è altro che un tipo di democrazia aristocratica) e peggio ancora quando parlando del segretario Donzel, ricorda “che la fiducia concessagli è stata tale per libera scelta”. Non ho niente contro Donzel ma vorrei ricordare che nel congresso recente del PD c’erano due liste tra cui scegliere, ed entrambe sostenevano Donzel. Un centralismo democratico degno della Romania di Ceausescu…
    Che poi battute a parte, ci può stare di dire che il PD non si voleva dividere, che in questo grave momento non voleva lotte di potere locali in una realtà così stringata come la Valle d’Aosta, ma almeno poi non ci venite a dire che “la fiducia concessagli è stata tale per libera scelta” perchè qui si sfiora il ridicolo

  12. Potrei qui concludere che Alessandro, affermando che le sue considerazioni sono quelle valide, e le altrui sono sproloqui, non solo sfiora il ridicolo, ma lui lo centra appieno. Ed è di notevole interesse rileggere ciò che scrive il 14 dicembre 2009 alle 9am: «Permettetemi una sintesi provocatoria dei tre commenti precedenti…tutti sbagliano, tranne i miei compagni».
    A volte ci si domanda come questa persistente asprezza e acredine nei confronti di chi non condivide, sia sempre di casa di chi produce proprie e personali affermazioni spacciabili come verità.

  13. Caro Bruscia,
    almeno capire che Alessandro ed io non siamo la stessa persona potrebbe essere un primo passo.
    Io, come ho premesso, sono stato provocatorio: fate tutti un gran parlare del rispetto delle idee altrui, ma fino ad ora ognuno ha sostenuto la sua posizione senza la minima apertura.
    Meno male che siete tutti esponenti e militanti di centro-sinistra… se si inserisse nella discussione un autonomista o un pidiellino, sarebbero fuochi d’artificio?

  14. Ci sono molte cose dette qui che mi lasciano delle perplessità.

    Ad esempio, non capisco come si faccia a dire che l’UV dei rollandiniani sia la stessa cosa di Renouveau/Vda Vive.
    E non parlo di “buoni” o “cattivi”: nonostante entrambi i movimenti attingano dal bacino autonomista, le posizioni espresse finora in consiglio regionale dai due gruppi sono state opposte su moltissime questioni. E’ un fatto.

    Altra questione: il PdL. Davvero il PD può vedere come principale avversario politico un partito che, quando va benissimo, prende il 10%? Considerandosi poi un’alternativa a questi, dall’alto di un altro 10%.
    Non sarebbe il caso di dare un’occhiata a cosa vota il 62% dei valdostani? La VdA, politicamente, non è l’Italia e, d’altra parte, anche i paragoni Rollandin/Berlusconi lasciano un po’ il tempo che trovano. In pratica: non capisco come si possa declinare un’azione politica all’insegna dell’andare “contro le destre” quando il potere politico sta completamente altrove.

    Terzo: le primarie. Io lascerei perdere le ultime, che non vedevano due segretari contrapposti, ma due liste diverse che esprimevano entrambe Donzel.
    Il grosso dei giochi è avvenuto quando si sono trovati contrapposti l’attuale segretario e Bich. Abbiamo tutti già parlato molto di questa questione, motivo per cui propongo uno step successivo: se davvero la contrapposizione tra Bich e Donzel non verteva sull’allearsi o meno con il più grande partito in VdA (l’UV, meglio specificare), su cosa diavolo verteva? Qualcuno lo spieghi, per piacere.

    Ultima cosa: il 2006. L’ha detto Dondeynaz sabato scorso, l’ha ripreso Carmassi qui: davvero nel PD si considera un errore al quale rimediare l’aver sconfitto alle nazionali, assieme a tutte le sinistre, la piattaforma unionista? Non ci sbagliamo, non è una domanda retorica, anche qui vorrei capire.