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L’IdV correrà sola alle comunali di Aosta

di in politica il 24 marzo 2010 alle 15:46
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L’Italia dei Valori valdostana ha deciso che presenterà una lista autonoma e, probabilmente, un candidato sindaco per la città di Aosta: il partito di Antonio Di Pietro stava lavorando da alcuni mesi alla creazione di un programma comune con Rifondazione Comunista e i Comunisti Italiani, che hanno dato vita assieme a Sinistra Ecologista alla Federazione della Sinistra.
In attesa delle decisioni del Partito Democratico, che aspetta comunicazioni dai componenti della maggioranza uscente (UV, Stella Alpina e Fédération Autonomiste), l’ALPE perde quindi un alleato: Federazione della Sinistra e associazione radicale Loris Fortuna hanno firmato un accordo per la presentazione di un candidato comune con il neonato movimento autonomista ed ecologista di Carlo Perrin.

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  1. Perchè si continui con questa farsa del PD che aspetta comunicazioni dai componenti della maggioranza uscente, non è ancora dato capire. Quello che si sa è che per ora siamo noi a comunicare qualche cosa!

  2. Farsa? Quale farsa? Sono componenti autorevoli del PD ad aver sostenuto più volte che state attendendo notizie da avenue des Maquisards…

    Saluti

  3. Perchè non è cosi??? Se l’Union dicesse di si al PD saebbero tutti li felici e contenti a fare i leccapiedi a Gueste.
    Ma finchè non gli viene detto chiaro e tondo no se ne stanno li alla finestra ad aspettare….

  4. Pretendere che chi ha votato l’UV mandandola a palazzo dei Ladri per “infinite” legislature in questi ultimi anni si vergogni finalmente di averlo fatto, è utopia. Per noi del PD, dell’IdV e alleati vari, andrà ancora peggio, perché se Rollandin dovrà prendere atto che i suoi già immaginati alleati, in Italia non avranno più il consenso della gente, l’Imperatore diventerà ancora più esigente e spietato. Sappiamo che ci aspetta un periodo ancora più duro. Che in un paese come il nostro, sull’orlo del baratro (come la Grecia) una persona su tre non vada a votare è qualcosa che non si può sopportare. E’ inutile credo, stare a ripetere per la “tremilionesima” volta che andare a votare è un nostro preciso diritto/dovere ottenuto a prezzi altissimi, come credo sia inutile ribadire che chi a votare non ci va poi dovrebbe stare zitto, non fiatare, non azzardarsi nemmeno a parlare di politica né lamentarsi che le cose non funzionano, né tanto meno dire che non va a votare perché “tanto sono tutti uguali”.

    Il voto è l’unico strumento che abbiamo per poter pretendere un cambiamento, per dire a chi sta governando attualmente: “Non mi piace quello che fai e come stai lavorando per me, quindi voglio che tu sappia che non ti voglio più come mio rappresentante né voglio più subire le tue scelte che non sono quelle utili per me, per farmi vivere meglio”.

    Altro che le favolette che racconta il tizio del consiglio circa la volontà popolare, aver vinto le elezioni nazionali non dovrebbe garantire l’immortalità politica, se i risultati ci diranno che qualcosa è cambiato bisognerebbe prenderne atto, così come si fa in tutte le democrazie. Anche in Valle d’Aosta non andare a votare non è una protesta: è una stronzata, gigantesca, sesquipedale, per capirlo basterebbe vedere in che condizioni vivono in quei paesi dove il voto non è ancora un diritto dei cittadini, dove il dissenso si paga con la vita, dove la parola speranza è qualcosa di impronunciabile. Una persona su tre in Italia questo non lo sa, non ci arriva. Oppure non gliene frega niente come da tradizione italica e purtroppo da qualche tempo anche valdostana. Questa mia considerazione è opportunamente rivolta a coloro che da tempo, pur essendo di sinistra non tradizionale, non sono più andati a votare, credendo che l’astensione sia una forte protesta nei confronti del potere. Non essendo a molti chiaro che se il marito è stato tradito, e lui per fare dispetto alla mogliettina si evira, questo è uno sbaglio colossale, o no?