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Le vélo de Léonard #25: il sindaco Brun Jordan e l’«Affaire Antoine Gramsci»

di in Le Vélo de Léonard, politica il 16 dicembre 2010 alle 23:32
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Campionario di inutilità e ipse dixit dal consiglio comunale di Aosta del 14 dicembre.

«Le altre volte si sentiva, mi dovrò inchinare»

Sandra Lucchini, giornalista della Stampa, urla da fondo aula: «Non si sente niente!», quasi fosse al mercato. Quello spilungone di Loris Sartore (ALPE) è costretto ad inginocchiarlesi innanzi, per avvicinarsi al microfono

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«Io il mio nome non l’ho mai scritto con l’accento, tutti dicono Quart e non “Car”, Vèrres e non Verrès. Una cosa è la correttezza del linguaggio, un’altra è lo slang».

Ettore Viérin (PdL) spiega a modo sua la questione della targa in via Gramsci: Antoine versus Antonio

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«Non succederà mai che io abbia dedicata una piazza, una via e nemmeno una targhetta. Ma se mia figlia dovesse leggere “Brun” al posto di Bruno, non sarebbe felice»

Il sindaco Bruno Giordano (UV) condivide in linea di principio la richiesta di modificare la targa di via “Antoine” Gramsci

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«Mi sembra di essere uno studente indisciplinato, sono sempre sospeso»

All’ennesima richiesta di rinvio di una sua mozione, Paolo Momigliano Levi (Sinistra per la città) sbotta

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«Stavo per chiamarla Moffa»

Viérin va in confusione con Momigliano, travolto dall’attualità

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«La ritiro!»

Iris Morandi (ALPE) è stupita che il sindaco abbia invitato la maggioranza a votare a favore di una sua mozione. Così finge di tornare sui suoi passi per spiazzare tutti

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«Non c’è il presidente Viérin, per la prima volta prendo possesso dello scranno»

Fabio Platania (PD), vicepresidente del consiglio, è emozionato come un bambino il primo giorno di scuola

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«Il consigliere Montenapoleone…»

Il clima natalizio, le vie dello shopping e Paolo Momigliano mutano Monteleone in Montenapoleone

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