P I A N G E
la perdita del consiglio comunale uscente, fonte imperitura di svarioni, curiosità, ironia e filosofia politica;
I N V I T A
i consiglieri eletti che dovessero passare da quell’aula a fare uno sforzo di fantasia per salvare questa rubrica dalla chiusura;
P R O P O N E
il consueto campionario di inutilità e ipse dixit dal consiglio comunale del 15 giugno, in ogni caso, anche se depurato dal consueto mordente a causa di carenza di materie prime.
«I commenti alle elezioni si sono sprecati, e alcuni sono stati curiosi. Come quello di Marco Pannella, che ha confuso Bruno Giordano con Giordano Bruno»
Carlo Curtaz (ALPE) commenta le elezioni in modo curioso
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«Ho letto le linee programmatiche con interesse.
Forse “interesse” è un po’ troppo… Le ho lette con curiosità»
Iris Morandi (ALPE) arretra sulla linea dell’opposizione
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«Spero che mi sentiate, perché la distanza dal microfono è notevole»
Loris Sartore (ALPE) è alto
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«Sappiamo tutti benissimo che siamo amministratori dimezzati»
Giuliana Ferrero (PD), che alta non è, ironizza sui diversi livelli amministrativi
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«Sono abbastanza convinto di non essermi inventato questo passaggio»
Paolo Momigliano Levi (Sinistra per la città) non trova carta che canti. Abbastanza
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«Faccio fatica a vedere l’operaio magazziniere che si occupa di 37 cittadini aostani»
Mario Vietti (ALPE) critica il progetto di “Un amico in Comune”: ogni dipendente del municipio referente per un gruppo di cittadini sui problemi pubblici
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«L’ospedale porterà sviluppo? Di certo non per i degenti, che per trent’anni saranno lì a lavorare»
Dina Squarzino (ALPE).
Trent’anni di degenza sarebbero letali anche in un ospedale nuovo.
Trent’anni di lavori forzati, anche
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«Sindaco, sto scherzando. La prossima volta che scherzo, glielo dico prima: “sto scherzando”»
L’ironia della Squarzino non è nelle corde del sindaco
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«Non userò tutti i minuti a mia disposizione, perché magari qualche altro collega del mio gruppo vuole parlare»
Dina Squarzino. Gong!
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Chapeau.
Caro Léonard, ho concordato con il presidente Viérin, autore di molte delle migliori battute della scorsa consiliatura, che faremo ogni possibile sforzo per garantire la sopravvivenza della tua deliziosa rubrica. Ma devi concederci qualche seduta di rodaggio. Segnalo, peraltro, una stupenda affermazione di Pelanda che ti è forse sfuggita: “per il futuro, bisogna guardare avanti…”
«L’ospedale porterà sviluppo? Di certo non per i degenti, che per trent’anni saranno lì a lavorare»
Ma dai! Non essere pretestuoso! Qui si intendeva “ché per trent’anni saranno lì a lavorare». Qui siamo di fronte ad un fine linguista e oratore!
Stefano, posso assicurarti che dopo la Squarzino si è corretta, perché le era proprio scappata una frase senza senso
Saluti