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La posta di Vda Today – L’accordo UV – PdL

di in Mail to VdA Today il 29 aprile 2010 alle 16:48
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Riceviamo e pubblichiamo un’opinione di un lettore sull’accordo tra autonomisti e centro-destra.

VirgoletteIl “Principe” ha fatto bene a fare l’accordo con il PdL

Accolgo l’appello alla partecipazione e invio un piccolo contributo.
Sono noto per cantare frequentemente fuori dal coro. Per non smentirmi chiedo la vostra ospitalità per esprimere un pensiero che so essere stonato nel contesto di questi giorni, ma che ho maturato osservando e ascoltando i tanti grilli parlanti che si esibiscono in lezioni che forse non avrebbero il diritto di impartire.
Viene rimproverato all’Union Valdôtaine di avere virato a destra per ragioni di realpolitik. Bene, questa critica non ha fondamento perché o l’UV ha virato a destra (cambiando quindi i valori che stanno alla base del suo stesso esistere e, probabilmente, la tipologia della sua base e del suo elettorato) oppure ha scelto di allearsi strategicamente con PdL & soci per ragioni di realpolitik (e allora è rimasta sé stessa, ma ha fatto semplicemente una scelta di opportunità).

Andando un po’ più in la della semplice apparenza, leggendo le analisi che compaiono sul Peuple Valdôtain, ascoltando gli uomini dell’UV e parlando con loro devo dire che io non ho visto segni di un’evoluzione destrorsa delle idealità, del progetto e della politica unionista, mi sono convinto invece che il Mouvement abbia dato vita a questa inedita alleanza mosso da esigenze estremamente pratiche e realistiche e che se qualcuno deve interrogarsi sulla natura dell’accordo dovrebbe essere il PdL, visto che non è stato scelto per amore ma per fare da “stargate” verso i palazzi romani.

I capitoli dal XV al XXIII del “Principe” di Machiavelli trattano dei modi di comportarsi del principe con i sudditi e con gli amici. In essi il Machiavelli, anziché esibire il catalogo delle virtù morali che sarebbero auspicabili in un principe, va dietro alla “verità effettuale della cosa”: poiché gli uomini sono malvagi, avidi, mancatori della fede e violenti, il principe che è costretto ad agire tra loro non può seguire in tutto le leggi morali ma deve imparare anche ad essere “non buono”, dove le circostanze lo esigano; deve guardare al fine, che è vincere e mantenere lo Stato: i mezzi se vincerà saranno sempre considerati onorevoli.

Bene, nel nostro caso il Principe probabilmente concederà al PdL di esibire una bandierina azzurra in più sul Risiko nazionale e in cambio otterrà benefici che andranno a vantaggio di tutta la comunità locale.Virgolette Che piaccia o no, che paia cinico o meno, che lo si condivida oppure che faccia orrore, c’è poco da dire: ha fatto bene.

Corrado Olivotto, Aosta

Lasciamo a voi i commenti.
Potete scriverci all’indirizzo info@vdatoday.it.

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  1. sempre il solito Macchiavelli tirato in ballo quando bisogna giustificare una porcheria “in primis” al proprio stomaco!
    La realtà è diversa: altre autonomie, forse più forti e consapevoli, hanno agito in maniera diametralmente opposta, non calando le braghe ma intavolando una trattativa e raggiungendo un accordo su un piano di pari dignità. Altre montagne, altre tempre! Chez-nous sembra diventato un souk medio-orientale.
    Eppure una volta c’era chi si opponeva fieramente alla politica del rubinetto, o tempora o mores, mala tempora currunt!

  2. … una volta ci si opponeva fieramente alla politica del rubinetto… ma quanto tempo fa? A me la vallée pare sempre più un suq ove però si entra per ottener consiglio e giustizia dal satrapo di turno. Quest’ultimo ci conosce bene, sa che ognuno può essere comprato con lavoro o potere e possedendo le chiavi del forziere… Quando il satrapo unionista si deve confrontare con il gran visir offre in regalo una bandierina azzurra da apporre sulla cartina nazionale. Quella bandierina è da unire ad uno scudetto rossonero. Alcuni anni fa l’avrebbero chiamata real politick.

  3. Insomma si sta giustificando l’ennesimo caso di mignottaggio politico… I buoni non sono più coloro che lottano con un ideale più alto e immutabile ma coloro che a “fin di bene” (e parlando di questi governanti non sono sicuro sia esattamente un bene averli amici…) vanno dove li porta il vento.

    “fin che la barca va, lasciala andare,
    fin che la barca va tu non remare…”

    Orietta Berti docet (ma che tristezza!)

  4. Uno dei problemi di maggiore importanza per un amministratore locale consiste nel conciliare la lotta contro il fanatismo, la superstizione religiosa, l’intolleranza e la sopraffazione, l’ingiustizia giuridica e sociale, con la decisione riguardante il problema se la linea 2 o 3 o la navetta verde o rossa debba passare per via Chambery o per piazza della Lupa.

    L’idealismo politico, inteso nel suo senso migliore, non è di molto aiuto per i politici idealisti alle prese con questioni pratiche. Anche il principio tanto in voga, di agire per la gente e a stretto contatto con la gente, non è fonte di risposte immediate e chiare. Allora che fare? La situazione è poi complicata dal fatto che alcuni politici disonesti (cioè quelli cha fanno politica solo per rubare) talora prendono delle decisioni utili e financo giuste. E per converso politici onesti talora, o spesso, prendono delle decisioni che appaiono sciocche. Il fatto è che i politici disonesti tengono in moltissimo conto quanti voti porterà a loro o al loro partito il far passare l’autobus per via Chambery o per piazza della Lupa. In questo, paradossalmente, può capitare che essi facciano maggiormente gli interessi della gente di quanti invece decidono i percorsi sulla base di un idealistico assetto della città scelto in base a un puro e onesto programma politico.

    Ma la distinzione tra politici onesti e politici disonesti, benché molto popolare, è in realtà molto fuorviante. A livello locale, come a livello nazionale, nelle questioni di tutti i giorni come delle grandi occasioni, è la delinquenza politica che tende prevalere. La disonestà, e politici disonesti, sono solo aspetti secondari di un grande generale fenomeno di delinquenza politica. Mentre il politico disonesto agisce per il proprio tornaconto personale e perlopiù isolatamente, la delinquenza politica tende ad assumere forme organizzate. La criminalità politica organizzata è un fenomeno sociale, con una sua tradizione e una sua storia. I fini sociali della criminalità politica realizzata costituiscono in effetti la sua ragion d’essere, la sua ragione sociale….

    Tratto da “Il Politico”

  5. Più che un “tratto da”, il suo è un libero adattamento, di un’opera che, tra l’altro, si chiama “Il politico delinquente”

    Saluti

  6. L’avevo memorizzato come stralcio e l’ho riportato con un copia-incolla. Egregio critico Todayano – che da tempo mi sta alitando sul collo – se non le va bene… “ne faccia byt da stracciare”. Se vuole essere una manifestazione di consapevolezza e di cultura allora riceva anche i miei
    Saluti

  7. Euhhhh, ma quanto rumore.

  8. @Bruscia: non sono solito manifestare la mia cultura, che è pure scarna, se non scarsa. Puntualizzavo semplicemente quella che poteva sembrare una furbata

    Saluti

  9. @Mano: Anche io non sono solito manifestare una certa dose d’irritazione, ma nel contempo capisco benissimo di essere in casa d’altri; tuttavia gli ospiti che portano avanti discussioni, non vanno trattati da furbi o da pezzenti come fa lei… Si guardi attorno e punga qualcun altro.
    Saluti

  10. Non sono solito nemmeno pungere, né trattare da furbi o da pezzenti i commentatori. Mi pare però che tra “politico” e “politico delinquente” ci sia di mezzo il mare.
    Chiudiamola qui

    Saluti

  11. Ah sì? E pensare che continuo a leggere apprezzamenti su alcuni politici nostrani a cui dovrebbero fischiare le orecchie. I riferimenti si riferiscono ad alcuni post pervenuti, letti qua sopra e mai moderati dall’Amministratore.
    Chiuso!
    Saluti.

  12. L’hypocrisie est un hommage que le vice rend à la vertu.

    La Rochefoucauld così descriveva la necessità di vestire la menzogna. Macchiavelli stesso illustra l’interesse – che dico, l’obbligo! – di apparire. Rollandin, che parla apertamente di vendersi, non è quindi più un politico, ma solo un peripatetico confesso e fiero di esserlo. Con lui, la comunità che guida e che lo vota. E a farsi troie, da troie saremo trattati. Mangeremo, certo, ma a prezzo di abbassarci ogni volta un po’ di più. E i soldi, quelli grossi e veri, li prenderà il lenone.
    Per dirla sempre con il grande Niccolò nella famosa corrispondenza con l’Aretino: “Puttana fosti, anzi grandissima”. Valle d’Aosta, il riposo del guerriero giunto al trivio.
    Che schifo.

  13. Ma dico io – che son novello – quanto impegno a commentare, con bel uso di parole.
    Esercizi letterali, dotti, ricchi e pur sgomenti da tanto orrore.
    Questo peuple però non lo sa: meglio il realismo, il massimalismo o andare a cacà?
    La tre, disse il saggio, che di dita se ne intendeva.
    Quanti Principi in ‘sto stivale, uno per ogni piede e poi andare!
    La tragedia è solo una: l’anima del fu Chanoux, che ormai si usura!
    La Vallée s’ha dà sveglià, altrimenti… lo leccherà.

  14. Dice Olivotto:

    Andando un po’ più in la della semplice apparenza, leggendo le analisi che compaiono sul Peuple Valdôtain, ascoltando gli uomini dell’UV e parlando con loro devo dire che io non ho visto segni di un’evoluzione destrorsa delle idealità, del progetto e della politica unionista, mi sono convinto invece che il Mouvement abbia dato vita a questa inedita alleanza mosso da esigenze estremamente pratiche e realistiche e che se qualcuno deve interrogarsi sulla natura dell’accordo dovrebbe essere il PdL, visto che non è stato scelto per amore ma per fare da “stargate” verso i palazzi romani

    Il “capo del governo” al suo ministro Scajola dice “Difenditi col coltello tra i denti” e poi respinge le sue dimissioni. E’ una storia che si ripete, direte voi, chissà quante altre volte dovremo risentirla, lo so, ma è amaro costatare che ormai si delinque a viso aperto e chi è designato alla legalità ed all’esempio di rettitudine invece agisce al contrario. Scajola è solo uno dei tanti che approfitta, anche tra quelli che non stanno al governo, ma prima almeno si “salvava la faccia” quando un indagato si dimetteva, adesso è “il garante” che sprona a non farlo e a rivoltare le carte. Sarà perchè in Valle d’Aosta si “appropinquano” tempi strani dunque meglio avere ottimi alleati sulla giustizia?

    Scajola, accusato di corruzione con tanto di prove in mano, resta ministro in modo che i cittadini possono imparare come sia da esempio rubare, corrompere e… in poche parole “come si fa ad andare avanti nella vita”. Evviva i cavalieri dell’Autonomia che ci difenderanno da certe invasioni romane….

  15. Bruscia, ma quando imparerai a parlare di politica invece di attaccare le persone ?

  16. Olivotto, se c’è qualche cosa di inesatto politicamente su quello che ho scritto… fammelo sapere.